É venerdì sera. L’ultima paziente del pomeriggio e poi stasera si va ballare il boogie. É la prima volta dopo quasi due anni e non vedo l’ora. Ancora mezz’ora di lavoro.
Mi giro per prendere una cosa e sento una fitta sul lato sinistro della schiena. Niente di che ma é una sensazione strana che rimane lì.
Saluto la mia pz e mi metto a fare qualche esercizio sul tappetino. Ma si dai, un antinfiammatorio per sicurezza me lo prenderò…
Salgo in casa, preparo la cena ma la sensazione fastidiosa alla schiena non mi abbandona. Anzi, aumenta. Niente, il boogie stasera proprio non ci sta accidenti.
Mi siedo a tavola e…non mi alzo più. Sono inchiodata alla seggiola. Ogni piccolo movimento mi scatena un dolore lancinante sul lato sinistro della colonna.
Sino a 3 ore prima lavoravo e all’improvviso devo essere letteralmente messa a letto. E per arrivare alla camera ci sono 3 gradini che sembrano la scalata del monte Bianco in questo momento.
Dopo aver scalato i gradini ancora più ardua è l’impresa di coricarsi. Dopo varie prove una più dolorosa dell’altra accetto che mio marito si sostituisca completamente alla mia muscolatura urlante. A letto poi riuscire a fare anche un piccolo spostamento con il bacino é difficilissimo. É vero che ho messo su qualche kg ma mi sembra di pesare all’improvviso 10 quintali e l’antidolorifico per bocca che ho preso non ha fatto nulla.
Dopo una notte difficile non va meglio. Nei momenti di veglia ho comunque fatto esercizi di respirazione diaframmatica e allungamenti leggeri. In famiglia ci sono persone che soffrono di questi problemi e mi attivo di prima mattina per avere un bustino che posso indossare nel giro di pochi minuti grazie alla mobilitazione istantanea della mia mamma.
Non sono una fan dei farmaci ma quando ci vogliono ci vogliono e chiamo la guardia medica per degli antinfiammatori intramuscolo.
Contrariamente a quanto si dice inizio subito con l’elettroterapia e in particolare con il mio prezioso Quec Phisis. Durante il trattamento visualizzo me stessa mentre mi muovo senza dolore secondo tecniche di immaginazione motoria.
Devo fare attenzione ad ogni piccolo movimento. Devo usare molto le gambe, tenere la schiena dritta, programmare consapevolmente e correggere qualunque tipo di spostamento io voglia fare. So cosa sta succedendo al mio corpo e per quanto sia faticoso non mi abbandono al richiamo del letto e continuo a cambiare posizione spesso, a fare dolci esercizi di mobilizzazione lombare e allungamenti.
Dopo 24 ore sono in grado di scendere le scale agevolmente, andare in bagno e coricarmi senza aiuto. Ho ancora dolore e devo fare attenzione a come mi muovo ma tutto é più gestibile. Posso fare qualche piccolo esercizio in più e non ho più necessità continua di portare il bustino.
Non mi era mai capitata una cosa del genere. Il mio corpo mi ha dato uno stop importante dopo un periodo molto intenso e di scarsa attenzione a me stessa.
Il lato positivo é che ora avrò un’empatia maggiore nei confronti dei miei pazienti, quell’empatia speciale che si impara da esperienze vissute.
E si, sembra ironico ma anche ai fisioterapisti capita di avere problemi muscolo scheletrici ma é altrettanto vero che sappiamo cosa fare quando accade.
Posso ora sfatare in prima persona alcuni grandi miti.
• Non é vero che in fase acuta bisogna solo stare solo a riposo
• Non é vero che in fase acuta la fisioterapia non serve
La fisioterapia va intesa in modo ampio:
- Lo sai come ti devi muovere?
- Lo sai come gestire il busto in fase acuta e post acuta?
- Lo sai quali esercizi fare per velocizzare il processo di guarigione?
Ebbene si! Anche questo é fisioterapia!
E da domani quando andrà ancora meglio, inizierò a fare qualche esercizio in più con particolare attenzione al recupero della mobilità che probabilmente in questi giorni ho perso.
Dovrò lottare un pochino con la paura di muovermi che necessariamente proverò. Quel tipo di paura che ti resta quando provi molto male e che non vorresti riprovare mai più. Quel tipo di paura che vedo insinuarsi negli occhi dei miei pazienti che questo dolore l’hanno provato molte volte. Quella paura che se non la sconfiggi ti condanna essa stessa ad ulteriori problemi con conseguente cronicizzazione.
Tra le altre cose sentirò una cara collega perché controlli se la mia schiena ha bisogno di un aiuto esterno perché non si può fare tutto da soli.
E passata anche la fase subacuta cercherò di prendermi maggiore cura di me anche se so già che i buoni propositi si affievoliranno nel tempo di pari passo con il ricordo di queste giornate complicate.
Rileggere questo articolo potrebbe però darmi la motivazione giusta perché diciamocelo chiaro: il colpo della strega non si abbatte su di noi per volere divino. Si abbatte su di noi per tutta una serie di abitudini non del tutto corrette mantenute nel tempo. Per attività lavorative che non possiamo modificare. Per mancanza di adeguata attività fisica che mantenga la nostra colonna in buone condizioni. Perché non ci vogliamo bene abbastanza.
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