Dolori muscolo scheletrici
Iniziamo con il definire cosa si intende per dolori muscolo scheletrici.
Questo termine è usato spesso in fisioterapia e si usa per indicare tutta una serie di disturbi a carico di ossa, articolazioni, muscoli, tendini e legamenti qualunque sia la loro origine.
Una tendinite ad una spalla, uno sperone calcaneare, una lombalgia, un dolore cervicale ecc. sono tutti dolori muscolo scheletrici ma chiaramente molto diversi tra loro.
Alzi la mano chi non ha mai avuto dolore al collo, alla schiena o un mal di testa muscolo tensivo?
Alcune persone raccontano di essere soggette ad alcuni disturbi fisici già da bambini. Altre persone dicono di avere iniziato ad avere dolori da una certa età in poi. Sempre più spesso poi inizio a vedere ragazzi piuttosto giovani che lamentano dolori scatenati magari da posture non corrette e mantenute a lungo o da attività sportive non del tutto adeguate al loro momento di crescita.
Chi soffre da molto tempo è rassegnato a doverlo fare a vita ma vi do una notizia: il corpo non è fatto per soffrire ed esistono situazioni che per quanto presenti da tempo, possono essere arginate con i corretti trattamenti.
Vi faccio un esempio che uso spesso in studio:
Noi siamo fatti come vasi.
Ognuno di noi quando nasce ha già all’interno del vaso una certa quantità di terra. Qualcuno ne avrà di più, altri meno. La terra rappresenta la nostra genetica, quello che indipendentemente da noi ci è stato trasmesso durante il nostro concepimento. Tutti i “traumi” fisici che avvengono nel corso della vita finiscono dentro al vaso, dalla caduta in bici di cui non abbiamo nemmeno più memoria, alle posture quotidiane sbagliate, all’incidente d’auto recente. Il vaso ad un certo punto trabocca. Quanto tempo ci mette a traboccare dipende da quanta terra è presente alla nascita e da quanti piccoli traumi il nostro corpo subisce nel corso del tempo. Quando il vaso trabocca iniziano i dolori.
La fisioterapia può essere un valido aiuto sia per fare in modo che il vaso non si riempia troppo velocemente, sia per fare in modo che smetta di traboccare.
Che fare quindi quando si sa di avere molta terra nel proprio vaso o quando si iniziano ad avere dolori muscolo scheletrici?
Non aspettare di essere al limite della sopportazione. Dopo un periodo di “dai, passerà”, magari è il caso di prendere in mano la situazione.
Sapete perché?
Perché magari non individuate subito il professionista giusto per voi. Magari è periodo di ferie estive o i tempi di attesa sono importanti.
Sapete in quanto tempo la scienza dice che un dolore diventa cronico? Dopo 3 mesi e sappiamo tutti che 3 mesi passano molto veloci!
Quindi cosa fare in caso di disturbi muscolo scheletrici?
L’iter corretto è:
Rivolgersi al medico di base per una valutazione preliminare. Il medico può già indicarvi di andare da un fisioterapista o indirizzarvi ad una visita specialistica
Se rilevata necessità di visita specialistica verrete inviati ad un fisiatra o ad un ortopedico: lo specialista farà una diagnosi precisa e richiederà eventuali esami strumentali se la situazione non è chiara. Una volta fatta una diagnosi verrete inviati da un fisioterapista per eseguire i trattamenti.
Se inviati da un fisioterapista verrà eseguita una valutazione funzionale del vostro problema e verrà impostato il programma di recupero maggiormente adatto a voi.
I fisioterapisti non fanno diagnosi medica ma fanno una valutazione funzionale e possono autonomamente stabilire il percorso di recupero adeguato.
Per quanto mi riguarda cerco sempre di avere un contatto con lo specialista quando invio pazienti: il lavoro in equipe migliora i risultati e rende i pazienti supportati e felici!
Cosa accade spesso?
Accade che le persone saltano i passaggi e vengono direttamente dal fisioterapista.
Di conseguenza, in più di 25 anni di lavoro ho acquisito la competenza per suggerire una consulenza specialistica se ritengo che il problema abbia bisogno di un approccio anche medico.
Quando non rilevo la necessità di ulteriori approfondimenti, o quando questi sono già stati eseguiti, imposto quello che ritengo il percorso più adeguato per quella persona.
Qual è il percorso più adeguato per risolvere un problema muscolo scheletrico recente o arginarne uno presente da tempo?
Per me è sempre quello che tiene conto delle condizioni di partenza della persona con la quale stabilisco un obiettivo comune e realistico.
Il trattamento non sarà uguale per tutti ma creato sulla persona tenendo conto anche delle sue caratteristiche di partenza come l’età e le possibilità motorie.
Questa è tra l’altro la ragione per cui il confronto con altre persone non dovrebbe mai essere fatto.
Sebbene la sintomatologia possa sembrare simile, le condizioni che l’hanno provocata possono non essere identiche. Le possibilità di recupero possono non essere uguali a causa di età diverse o appunto condizioni fisiche di partenza diverse. Il trattamento sarà come dicevo prima tarato sulla persona e difficilmente uguale a quello di un’altra.
E qui una raccomandazione: verificate di essere nelle mani di fisioterapisti abilitati.
C’è molta confusione nella nostra figura professionale ma esiste un albo dove potete digitare nome e cognome del fisioterapista. Solo l’iscrizione a questo albo fa si che il fisioterapista possa esercitare la professione sanitaria e solo una formazione universitaria permette l’iscrizione.
Perché specifico questo?
Perché mi spiace quando sento qualcuno dire che ha fatto fisioterapia ma non gli ha fatto niente e quando indago scopro che in realtà non è stato da un fisioterapista ma da qualcuno che fa questo lavoro senza averne le competenze (e ce ne sono tanti).
Vi lascio il link per verificare se un fisioterapista è regolarmente iscritto all’albo. Io ci sono!
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Come lavoro?
Come fisioterapista chiedo alla persona delle informazioni di base sullo stato di salute attuale e pregresso.
Chiedo che lavoro fa e che tipo di postura mantiene durante la giornata non perché io sia curiosa ma perché sono informazioni utili per capire come impostare il trattamento. Eseguo poi una valutazione funzionale delle strutture anatomiche maggiormente interessate dal problema e dell’apparato muscolo scheletrico in toto.
Per capirci: se venite per un dolore al collo, io guardo tutta la vostra colonna vertebrale.
Tale valutazione mi permette di stabilire se posso inserire in trattamento la persona che ho davanti o se devo inviarla dal medico per ulteriori accertamenti. E poi imposto il trattamento che ritengo più idoneo, che non sempre è il massaggio!
Informo sempre chi ha già fatto altri percorsi che il mio modo di lavorare è un po’ “diverso”. Oltre a tecniche di terapia manuale mi sono avvicinata con il tempo a terapie strumentali non comuni. Anzi, in realtà sono loro che mi hanno avvicinato.
Ogni elettromedicale che c’è in studio ha una sua storia spesso legata alla mia storia personale. Chiedo spesso alla persona una partecipazione attiva al trattamento.
In pratica è facile che vi ritroviate con dei compiti da fare a casa! Non spaventatevi però: sono una sostenitrice di poche indicazioni ma di qualità. I compiti quindi sono sempre pochi! Una delle mie frasi preferite è quella che un mio insegnante ripeteva spesso: va prescritto il terapista e non la terapia!
Con i miei pazienti cerco di stabilire un rapporto empatico unito alla competenza che non deve assolutamente mancare. Chi mi conosce sa che non detto mai le regole ma che cerco sempre di trovare degli obiettivi condivisi magari anche piccoli, magari anche scendendo a qualche compromesso tenendo sempre bene a mente la ragione per cui una persona è venuta da me.
Per quanto lavori da sola, non ho difficoltà ad interagire anche con altre figure professionali in modo da lavorare tutti nella stessa direzione soprattutto in casi complessi.
Quante sedute si fanno da me?
Non so mai rispondere a questa domanda. Le condizioni di partenza di una persona che mi chiede aiuto sono importanti.
Diciamo che generalmente in 4-5 sedute voglio iniziare a vedere un cambiamento. Se avviene so di essere sulla strada giusta. Se non avviene posso richiedere che vengano fatti ulteriori accertamenti.
Io vedo la fisioterapia come un percorso di cura, ma anche di prevenzione di tutti quei disturbi che, nel corso degli anni, affliggono tante persone e sono sempre contenta quando le persone stanno bene!
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